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FINANZA

Deluso dai fondi comuni «Sono strumenti superati?»

a cura di Marco Liera

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Ho 33 anni, lavoratore dipendente presso una multinazionale svedese presente anche in Italia.
Vivo in casa con la famiglia e ho intenzione a breve di effettuare l'acquisto di un'abitazione.
Nel corso degli anni ho messo da parte circa 140mila che ho cercato di gestire al meglio ricavando quanto possibile in considerazione di una propensione al rischio che io definirei nella media. La mia estrazione scolastica è unicamente tecnica, pertanto non ho la conoscenza dei concetti base che governano i mercati e in generale l'economia. Infatti, le scelte negli investimenti mi venivano, sino a qualche anno fa, suggerite dalla banca, proponendomi la sottoscrizione dei fondi della società Anima, di sua proprietà, che mi hanno soddisfatto.
Da qualche anno ho iniziato a leggere «Plus24» e mi sono dilettato nella simulazione di un portafoglio secondo alcune idee "rubate qua e la", realizzando poi realmente l'investimento sempre tramite la banca. Oggi mi ritrovo con un portafoglio suddiviso in due parti dove sono presenti investimenti effettuati con il suggerimento della banca e quelli effettuati autonomamente. Non voglio mettermi a fare paragoni tra i due portafogli, poiché sono cosciente di aver effettuato scelte più azzardate e a rischio, prediligendo azioni di singole società e/o mercato dei covered warrant, limitando però il valore dell'investimento.
La domanda principale alla quale non so ancora rispondere è dove mettere il guadagno che vorrei conservare al sicuro da ogni rischio, beneficiando la massima rendita che il mercato offre per questo tipo di prodotti. Inoltre, nel corso dell'ultimo anno ho notato un calo del capitale investito nei fondi e mi chiedo se sia solo una temporanea flessione legata ai mercati oppure se non sia un settore, concedetemi il termine "maturo", dal quale è meglio uscire gradualmente, prediligendo altri investimenti. Già, ma quali?
R. Alessandro
- (Desio, Mi)
L'interesse verso la cura dei suoi investimenti è positivo e, se coltivato, non mancherà di darle soddisfazioni. Cautamente, si è avvicinato al fai-da-te con una quota modesta del suo portafoglio (attualmente circa 25mila Credo che la vostra ripartizione strategica del portafoglio (asset allocation) sia congruente con la vostra tolleranza alle perdite e ai vostri obiettivi di investimento. Non so come siano state selezionate le azioni, gli Etf azionari e le obbligazioni societarie, né quale sia il grado di diversificazione; mi auguro che nel tempo vi siate dotati di metodi solidi di scelta dei titoli da inserire in portafoglio, vista la decisione che avete preso di non delegare questa attività a gestori e consulenti.
su un totale da lei dichiarato di 140mila). Non pare inebriato dai positivi risultati conseguiti, migliori di quelli ottenuti dai fondi che le ha collocato la sua banca, su un orizzonte temporale tuttavia breve (un anno e mezzo). Realisticamente, riconosce che i due portafogli non sono paragonabili, perché caratterizzati da gradi di rischio diversi.
Come spesso accade anche a risparmiatori più preparati di lei, sembra che le manchi una vera asset allocation, una ripartizione strategica della sua ricchezza mobiliare che tenga conto dei suoi obiettivi finanziari, del suo orizzonte temporale e della sua tolleranza alle perdite. Lei fa soltanto un vago riferimento a una propensione al rischio "media". Che vuol dire? Che per lei va bene perdere fino a un massimo del 5% (o del 10%, o del 15%) del suo portafoglio da qui a un anno? E a cinque anni? Il tempo speso a definire correttamente il suo profilo di rischio (e il portafoglio che ne consegue, suddiviso tra azionario, obbligazionario e monetario), è molto più proficuo di quello destinato a selezionare i singoli titoli. Come testimoniano gli studi di Roger Ibbotson e altri negli Stati Uniti, è l'asset allocation l'attività che determina la gran parte del rendimento finale di un portafoglio di lungo periodo, non la selezione dei titoli (stock picking) o la scelta del momento in cui entrare e uscire dalle singole asset class (market timing). Il fatto poi che ora lei desideri consolidare almeno in parte i profitti lascia credere che il suo portafoglio sia diventato un po' troppo rischioso per i suoi gusti.
Quanto al «calo di prestazioni» dei suoi fondi, si consoli pensando che è in compagnia di milioni di italiani nella sua stessa situazione (si veda anche il servizio di copertina di questo numero di «Plus24»). Non credo che quello dei fondi sia un settore "maturo". Nei Paesi finanziariamente più avanzati l'industria dei fondi esiste da molti più anni e tra alti e bassi non dimostra la stessa debolezza. Più che in base a considerazioni "modaiole", lei dovrebbe scegliere gli investimenti con i quali rappresentare le asset class del suo portafoglio strategico sulla base dell'efficienza. Gli Etf ben diversificati sono la scelta più semplice per farlo, ma esistono anche fondi e gestori (non molti per la verità) che hanno dimostrato di poter far di meglio, al netto di costi ingiustificatamente per lei, che i fondi se li può scegliere da solo alti.

  CONTINUA ...»

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